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8 marzo, la “parola” per fermare il tempo

Fanno paura le parole silenziose

Fanno paura le parole silenziose,

quando a un tratto si sono celate,

quando non sai da dove cominciare,

perché tutte le hanno già usate.

Qualcuno con esse ha pianto e sofferto.

Con esse ha iniziato e finito il cammino.

Miliardi sono gli uomini e le parole,

E tu vuoi dirle, come se fossi il primo!

Tutto è ripetuto: bellezza e mostruosità.

Tutto è già stato: sentieri e viali.

Solo la poesia non si ripete mai,

e tocca le corde delle anime immortali.
(autore: Lina Kostenko; traduzione di Paolo Statuti)

Lina Kostenko, poetessa, scrittrice e traduttrice ucraina, è nata a Ržiščiv nella regione di Kiev il 19 marzo 1930. E’ stata uno dei principali esponenti del gruppo di poeti ucraini che iniziarono l’attività letteraria a cavallo tra gli anni ’50 e ‘60 del secolo scorso. Le sue prime raccolte Raggi della Terra (1957) e Le vele (1958) furono subito apprezzate dai lettori e dalla critica, e il terzo volume Viaggi del cuore (1961) confermò il successo della giovane poetessa, consacrandola quale figura di spicco nella poesia ucraina. Tuttavia, a partire dal 1961, fu sempre più oggetto di denigrazione da parte delle autorità del regime, per la sua apoliticità e dissidenza.

   Nel 1963, durante una seduta del Comitato Centrale del Partito Comunista Ucraino il segretario dello stesso dichiarò che le contorsioni verbali della poetessa conducevano alla deformazione e all’oscuramento del contenuto ideologico e artistico dei suoi componimenti poetici. Questo intervento segnò l’inizio della messa al bando di diversi giovani poeti di talento.

   Nel 1965 sottoscrisse una lettera di protesta contro l’arresto di alcuni intellettuali ucraini. In seguito ad altri suoi interventi in difesa di personalità perseguitate, per lunghi anni il suo nome scomparve dalla stampa dell’Ucraina sovietica. Soltanto nel 1977, dopo una estenuante opposizione al regime, che incluse anche scioperi della fame, finalmente uscì la raccolta Sulle rive del fiume eterno e nel 1979 il romanzo storico in versi Marusia Čuraj, con tirature che arrivarono a centinaia di migliaia di copie.

   La Kostenko è autrice anche di poemi drammatici di grande successo, quali Duma sui fratelli non di Azòv (1984), Neve a Firenze (1989), Berestečko (1998). Ricordiamo anche il romanzo-saggio Incontro di Puškin post mortem (1998). Ha ricevuto numerosi importanti premi nazionali e internazionali. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue. Come traduttrice è presente particolarmente nella poesia ceca e polacca.

   La figlia Oxana Pachlovska, avuta dal primo marito, lo scrittore polacco Jerzy Jan Pachlowski, è docente di Ucrainistica all’Università di Roma – La Sapienza e italianista in Ucraina. Nel suo poderoso saggio Civiltà letteraria ucraina (Carocci editore, 1998), così scrive della madre: «La Kostenko rappresenta per tanti versi un fenomeno letterario unico…E’ un pilastro della tradizione poetica nazionale, ma è nel contempo una innovatrice ardimentosa di moduli decisamente modernisti…Il filo conduttore che unisce tutte le sue opere, dalle miniature liriche ai poemi di respiro epico, è l’interiorizzazione del tempo e della storia nella dimensione umana… Nella poesia della Kostenko l’anima dell’uomo è dilaniata dal paradosso pascaliano: è sospesa tra mortalità e immortalità, tra fragilità e onnipotenza…Tutta la sua opera creativa si concentra nella ricerca e nell’affermazione della parola come unico modo reale e concreto di fermare il tempo e di testimoniare la storia. La parola è la sublimazione dell’esperienza umana, una specie di cronaca etica dell’umanità che “materializza” il tempo, lo rende indelebile

Nella foto:Street-Art in omaggio all’Ucraina con Seth Globepainter (Buot Street), nel 13° arrondissement.

📷 Jean-Baptiste Gurliat / Città di Parigi

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